Abbiamo recensito SpiderMan No Way Home su YouTube!

Nel 1962 Stan Lee, si rifece alla figura di un adolescente con problemi, angosce e complessi tipici di quell’età per creare un nuovo tipo di supereroe. Lee pensò al pittoresco nome di Spider-Man e immaginò un ragazzino sfortunato, al tempo stesso benedetto e dannato dall’acquisizione di una forza sovrumana e dell’abilità di attaccarsi a muri e soffitti. Goodman inizialmente bocciò la sua idea poiché, secondo lui, un ragazzino non poteva essere un eroe, al massimo un aiutante, e perché la gente in genere odia i ragni e di conseguenza l’Uomo Ragno non avrebbe riscosso successo. Lee chiese allora ai dirigenti della Marvel di dare una possibilità al suo eroe, così fu inserito in «Amazing fantasy», una testata che andava già male all’epoca e destinata alla chiusura. In quell’occasione Stan Lee introdusse la narrazione in seconda persona, che risultava come una voce amica per il lettore, più confidenziale. Da subito poi passò a descrivere Peter Parker, il protagonista, come un orfano continuamente ostracizzato dai suoi compagni: in questa maniera si instaurava un rapporto ancor più empatico con il lettore, fino a quando il giovane, a causa del morso di un ragno radioattivo, non ottiene i suoi poteri, e da lì in poi nasce la leggenda per cui «Da grandi poteri derivano grandi responsabilità» Da lì è nata poi la leggenda che oggi conosciamo anche grazie ai cinecomics targati Sony e Marvel Studios e interpretati da Tom Holland, Tobey Maguire e Andrew Garfield.